Anche se qualcuno preferirebbe dimenticarsene, nella giornata del 20 febbraio 1973, a Rovigo, si abbattè uno dei preggiori cataclismi che la storia moderna possa ricordare.
Nacque Edoardo
Non è dato sapere se sia stata una giornata di sole o, più probabilmente, di Polesana nebbia, fatto stà che non rimase molto a lungo nella mesopotamia d’Italia. Mamma, Papà e sorellaccia lo riportarono in men che non si dica nel “freschin” veneziano (non necessariamento migliore della nebbia polesana!).
A Favaro Veneto crebbe, crebbe e continuò a crescere… il fertilizzante aggiunto alla colazione fece il suo effetto..
Le sue giornate si snodavano tra scuola e partite a calcio con gli amici nel parchetto sotto casa… solo all’imbrunire dalle finestre delle case si affacciavano le mamme a richiamare i bimbi all’ordine per la cena. L’aria si riempiva di urla lancinanti.. “DAAAAAVIDDDDD”…. “NICCCCOOOOOOOLLLLLLOOOOOOO”… “EEDOOOOOOOOOAAAAARRDDDDOOOOOOOOOOOO…
La vita si svolse tranquilla tra elementari e medie, ma è in quarta elementare che il padre commise il suo errore più grande.. portò a casa il primo computer. Da li la situazione precipitò…Edoardo passava interminabili ore silenzioso a leggere riviste e libri in lingue a lui sconosciute (principalmente inglese) assorbendo, non si sa come, competenze che poco gli sarebbero servite dato che si riferivano a computer diversi da quello che aveva…
Già allora le sue mani correvano veloci sulle tastiere dei computer dei suoi amici. Loro non sapevano usarli, ma lui – che pure non li possedeva – si..
Alle superiori iniziò la trasformazione, la musica “adulta” lo travolse e lo sport cominciò ad attirare le sue attenzioni.. Calcio, pallacanestro e nuoto riempivano le sue giornate, altrimenti piuttosto monotone. Le prime vacanze da solo, i primi campeggi.. i suoi occhi si aprirono ad un mondo fino ad allora sconosciuto
La vita della famiglia però si spostò nuovamente nelle nebbie polesane. Il cambio di ambiente influì sul carattere del ragazzo che diventò molto più espansivo e si ricostruì agevolmente una nuova rete di amicizie. La scuola invece rimase un luogo misterioso che, quando possibile, evitava.
L’università fu un momento migliore, ma non durò a lungo: prima il servizio militare e poi il lavoro lo distrassero dallo studio.
Il Rock, che era entrato nella sua vita nei primi anni del liceo, diventò parte rilevante della sua vita durante gli anni dell’università. Fu tra il pubblico di innumerevoli concerti di Vasco ma cominciò a scoprire nuovi musicisti, tra i quali una cantantessa catanese. La frequentazione di un centinaio di suoi concerti provocò il danno..
Il resto è storia, il seguito fantascienza