Solo chi ha vissuto una tragedia come la shoah in prima persona può permettersi di scherzarci sopra. Quando ci provò Benigni con la sia “La vita è bella” venne attaccato ed accusato di banalizzare una tragedia. Io apprezzai il suo desiderio di presentare un possibile punto di vista, quello di un padre che cerca di non far capire al suo innocente bambino quanto possano essere tremendi gli uomini.
Oggi scopro, grazie a Kolot, che un’artista austrialiana, durante un viaggio ai campi di concentramento nazisti, con il padre e la famiglia ha realizzato una performance sulle note di I Will Survive di Gloria Gaynor. Il padre è un sopravvissuto alla shoah, e, con tutti i diritto, si gode la vita ed il piacere di aver sconfitto la follia nazista non solo sopravvivendo, ma dando vita ad una generazione che ne porterà avanti la memoria. Penso che soprattutto il prendersi gioco di chi ci ha voluto male sia la massima sublimazione della propia vittoria sul orrore.
Può sembrare blasfermo o fuori luogo, ma a me questa performance fa scendere due lacrimucce di felicità.
Sapere che c’è ancora chi ha il coraggio di guardare la tragedia con un sorriso di scherno per i carnefici sulla faccia, vale più di mille ricerche su quello che è successo.
Il quotidiano israeliano Haarez riporta la notiza e fa notare come siti neonazisti citino il video e dicano “guardate, questi ebrei continuano a ballare in ogni angolo. Li dobbiamo cercare, li stermineremo nel prossimo olocausto”. Al di la dei brividi che fa venire quest’affermazione, che non dice però nulla di nuovo, la prima reazione che mi viene è un pensiero a quella fantastica T-Shirt che vendono qui in Israele dove vengono elencati tutti i popoli che in 3000 anni hanno tentato di cancellare il popolo ebraico dalla faccia della terra. Nessuno di loro esiste ancora, ma Am Israel Hai (il popolo di Israele vive).