Dopo una prima reazione di totale supporto ad Israele dopo la carneficina efferata che Hamas ha compiuto sabato 7 ottobre – Simchat Torah – a sangue freddo e con l’unico intento di sterminare quanti più israeliani possibile, ecco che, non appena inizia la reazione dell’esercito israeliano, subito iniziano i distinguo, i “però”, i “è colpa di israele”, i “fine all’occupazione..” e tutti gli altri slogan e paraculate che ormai siamo abituati a sentire.
La cosa triste è che arrivano non da persone di poca cultura, ma da degni intellettuali, gente con la laurea, gente che ha studiato e che dovrebbe ben sapere che prima di dar aria alle corde vocali togliendo ogni dubbio riguardo alla propria insipienza, occorrerebbe quanto meno approfondire il tema di cui si vuole disquisire.
Perché dire “fine all’occupazione” avrebbe senso se un’occupazione esistesse. Ma non esiste.
Perché dire “è colpa di Israele” significa giustificare il terrorismo come forma di reazione ad un sopruso (anche ammettendo che sopruso ci sia).
Perché dire “però” significa mettere sullo stesso piano chi fa un atto terroristico con chi deve difenrere i propri e gli altrui cittadini (si, ho detto altrui e poi spiegherò perché)
Gaza non è occupata, non da Israele per lo meno
Si, Israele si è ritirara da Gaza, su iniziativa dell’allora Premier Ariel Sharon, nel 2005. Fino a quel momento esistevano nella striscia di Gaza un certo numero di insediamenti ebraici (il più famoso è Gush Katif, ma ce n’erano altri) e l’esercito che gestiva la sicurezza era in rapporti per lo più cordiali con i Gazawiti che aveano la possibilità di spostarsi abbastanza liberamente e di fare i loro affari. Non era certo un’area ricca, ma non era neppure ridotta alla fame come è successo da allora in poi.
Il ragionamento di Ariel Sharon era che, anche alla luce degli accordi di Oslo (che Sharon non condivideva affatto, era un falco di destra, la sua passeggiata ad Har Habait – la spianata delle moschee – è stato allora il pretesto per l’inizio della seconda Intifada e la catapulta al premierato), dovesse essere data una possibilità al popolo palestinese di autogovernarsi e di dimostrare che gli accordi avrebbero potuto davvero portare ad una coesitenza pacifica. L’altra considerazione era quella che i soldati avrebbero potuto essere meglio impiegati altrove.
All’epoca anche io, che ancora non vivevo in Israele, ero d’accordo con Sharon. Dicevo “se appena appena da Gaza dovessero arrivare attentati o missili, Israele reagirà immediatamente sapendo che a quel punto il bluf palestinese sarà chiaro a tutto il mondo e Israele sarà supportato dai paesi occidentalI”… poverino quel me di 20 anni fa, così naive…
La realtà è che invece dopo pochi anni, in elezione che definire democratiche sarebbe ridicolo, Hamas ha preso il potere e non lo ha più mollato (e sia chiaro, in Cisgiordania Abbas, succeduto ad Arafat ha fatto altrettanto) aprendo la porta agli altri movimenti terroristici, piazzando le proprie persone a guidare i vari uffici dell’ONU, dall UNRWA all’UNICEF e tutti gli enti che ricevono centinaia di miliardi di dollari all’anno per una ricostruzione che non è mai iniziata.
Se solo di provasse a leggere lo statuto di Hamas (e di qualsiasi altro movimento palestinese) si leggerebbe chiaro, nero su bianco, che lo scopo di questi movimenti non è la coesistenza, la creazione di uno stato palestinese adiacente e collaborante con quello israeliano, ma della eliminazione di Israele e degli ebrei da tutto il territorio tra il fiume Giordano ed il Mar Mediterraneo. L’esistenza e la convivenza con gli Ebrei non è assolutamente contemplata.
D’altra parte nel concetto islamico (attenti, non mussulmano, islamico) la jihad, la conversione o lo sterminio dei miscredenti è l’unica e vera strada.
Beh, Gaza è occupata si, ma non da Israele. Gaza è occupata da Hamas (e dalla Jihad Islamica e gli altri movimenti terroristici). I Gazawiti sono alla fame perché i capi di Hamas che abitano nella striscia si costruiscono ville, mentre i capi politici se la passano nel lusso di Dubai, di Kwait City o a Beirut, ben distanti dai rischi di vivere a Gaza.
Chi chiede la liberazione dall’occupazione dovrebbe preoccuparsi di bloccare tutte le fonti di finanziamento di Hamas & C.
Chi chiede la libertà di Gaza dovrebbe supportare Israele “senza se e senza ma”.
E’ colpa di Israele? No, è colpa di chi continua a credere alle bugie delle propaganda Palestinese
Che colpa avrebbe Israele?
Israele fornisce GRATIS il petrolio per la centrale elettrica di Gaza.
Israele fornisce GRATIS l’acqua per gli acquedotti di Gaza.
Israele cura GRATIS i cittadini di Gaza che hanno bisogno di cure, anche i terroristi. Dai valici vengono portati agli ospedali israeliani, quegli stessi ospedali che da Gaza vengono resi obiettivi dei lanci missilistici, da cittadini che si offrono di fare da navetta per chi ha bisogno. Gratis, senza chidere neppure un grazie.
Israele importa, pagando bene, frutta e verdura coltivata a Gaza.
Tanto per fare un semplice esempio, nulla di tutto questo succede con l’Egitto, che anzi blocca il valico di Rafah per la gran parte del tempo.
Israele si difende abbattendo i missili che vengono lanciati e colpendo, in risposta, le postazioni di Hamas, i depositi di armi ed i centri di controllo.
Solo che Hamas, in spregio a qualsiasi etica o rispetto delle convenzioni internazionali (che è però bravissima ad invocare quando è Israele a muoversi) costruisce i suoi depositi e centri di controllo dentro le scuole, gli ospedali, le moschee e i centri comunitari. Così quando Israele le colpirà ci sarà la scusa per incolpare Israele di distruggere le infrastrutture e, perché no, di uccidere cittadini civili inermi che Hamas stessa ha costretto a restare negli edifici, ben sapendo cosa succerà.
Quando Israele decide di colpire un edifico lancia prima un missile a basso potenziale, più che altro una miccetta, che non causa danni alla struttura, ma fa rumore. “bussa alla porta” per avvisare chi si trovasse nell’edifiio di evacuarlo. L’aeronautica, i droni, intanto osservano dall’alto e solo quando l’esercito è sicuro che non ci sia più nessuno dentro, procede a lanciare il missile vero.
Quando Israele decide di colpire, chiama i cellulari delle persone che si trovano nell’area e li avvisa di allontanarsi.
Quando Israele decide di colpire, lancia volantini, hackera le radio e le televisioni ed invita ad andarsene.
Poi però arriva Hamas che blocca le vie di uscita, le porta dei palazzi e costringe i civili a diventare scudi umani, carne da macello.
Quando il colpo arriva, Hamas sarà velocissima a denunciare “l’aggressione Israeliana” omettendo ben bene di assumersi la responsabilità per i morti. Poi pubblicherà l’elenco dei morti. Curiosamente tutti civili (l’esercito Israeliano poi andrà a pescare nei profili social degli stessi le belle foto in divisa di hamas tutti ben armati, ma il resto del mondo ignorerà questo dettaglio). E, sempre curiosamente, gli stessi nomi appariranno più volte a distanza di tempo.
Quando il mondo si renderà conto che è accecato dalla propaganda palestinese, forse si troverà una via d’uscita. Ma non passerà dal demonizzare l’esercito più etico al mondo.
Ma gli ebrei stanno facendo quello che hanno subito nella Shoah
No, Israele non sa facendo quello che gli ebrei hanno subito nella Shoah. Israele non sta pianificando lo steriminio e l’espulzione degli arabi. Questo lo stanno facendo invece Hamas e Fatah e tutti gli altri attori terroristici, Iran, Hezbollah e amici vari.
Il 20% della popolazione di Israele è mussulmana. Mussulmani occupano posti di alto rango nel sistema giudiziario, nel sistema sanitario, nella polizia e nell’esercito. I mussilmani hanno 3 o 4 partiti eletti in parlamento e durante il precedente governo erano parte della coalizione di maggioranza.
La stragrande maggioranza dei famacisti in Israele è arabo. Nei centri medici ci sono moltissimi dottori mussulmani. I cittadini arabi hanno libertà di movimento e di impresa. Nelle spiagge di Netanya – dove vivo – durante le festività mussulmane arrivano frotte di famiglie mussulmane ed i bambini giocano liberamente anche con quelli non mussulmani.
Ovviamente ci sono estremisti che ineggiano alla pulizia etnica, alla cacciata, alla cancellazione della cittadinanza, ma gli estremisti ci sono ovunque, anche nei paesi europei, e sono comunque una minoranza, rumorosa, ma ugualmente minoranza. La stragrande maggiornaze dei cittadini Israeliani non si sognerebbe mai di cacciare i mussulmani.
In Israele ci sono numerose città miste, da Haifa e Akko e Gerusalemme, Tel Aviv, Ramle, Lod… dove arabi ed ebrei vicono fianco a fianco, certo non sempre nella più totale serenità come si è visto solo un paio di anni fa quando ci furono sommosse “arabe” contro i concittadini ebrei, ma di nuovo si parla di minoranze ideologizzate.
Se proprio si vuole fare il paragone con la Shoah, quello che succedi in Israele è l’esatto contrario di come si comportarono i Nazzisti ed i loro sostenitori. Qui si porge la mano e ci si aiuta a vicenda. Per fortuna ci sono tra gli israeliani-arabi voci, anche influenti come NasDaily, che trovano i coraggio per denunciare questa retorica fasulla ed urlare al mondo che loro, di essere governati da non ci pensano nemmeno.
Goebbels aveva ragione, le bugie se raccontate con abbastanza convinzione e ripetutamente, nelle menti di chi le racconta e di chi le ascolta diventano verità e se non verità, plausibili. La realtà dei fatti che è siamo bombardati da talmente tante informazioni che la persona “media” vuole che gli venga detto quello che deve pensare, senza dover fare la fatica di leggere, di ragionare, di capire.
Il ruolo della sinistra europea ed israeliana
Che gli ebrei in europa ed in Israele debbano far conto sul supporto delle destre europee è qualcosa che per una persona di sinistra come me è aggiacciante. D’altro canto, a guardare la retorica e gli atteggiamenti della sinistra Europa c’è da rabbrividire. Ma non è sempre stato così. per questo dobbiamo ringraziare la guerra fredda.
La Russia e la sinistra europea era pro-israeliana. Israele era nato come paese socialista ed il movimento dei Kibbutz era la dimostrazione che il socialismo potesse funzionare (che poi siano crollati uno ad uno e siano stati costretti ad abbandonare l’idea fondante è tutt’altra questione).
Israele commise, però nel ’67, un “errore strategico” che gli costò il supporto russo. Osò colpire per prima quando gli eserciti di Libano, Siria, Giordania, Egitto, Iraq si ammassarono ai confini di Israele. Israele fece proprio il motto Napoleonico secondo cui la miglior difesa è l’attacco e colpì le posizioni degli eserciti che si preparavano all’invasione, minandone le capacità sul nascere e mettendo immediatamente in chiaro che Israele non era più l’agnello sacrificale delle manie dei dittatori mediorentali.
Quella prima mossa ed il successivo supporto americano ad Israele, costarno quello Russo che negli stessi anni era nel pieno della guerra fredda. In chiave anti-americana, la Russia e la sinistra europa cambiarono lato della barricata ed iniziarono a sostenere ideologicamene, economicamente e militarmente quei movimenti terroristici che hanno devastato negli anni a seguire tutto il medioriente, l’africa e compiuto attentati sanguinosi un europa ed america.
La colpa di Israele è quella di non lasciarsi massacrare. La colpa del intelighenzia europa è quella di aver scelto di spegnere il propri neuroni e credere e ripetere pedissequamente le bugie della propaganda palestinese.
E quindi?
E quindi ho davvero poca speranza, ma la speranza è l’ultima a morire.
Image by Elisa from Pixabay
Bravissimo, chiaro ed esaustivo