Ieri con miki e Luca siamo stati al teatro Olmetto per vedere lo spettacolo di cui sopra. Si inseriva nell’ambito della giornata della cultura ebraica.
Me ne fossi stato a casa forse sarebbe stato meglio.
Eugenio De’ Giorgi, intendiamoci, non ? un cattivo attore, magari non ? un granch? come sceneggiatore.
Lo speccatolo, un monologo, avrebbe dovuto raccontare la storia gloriosa del Ghetto di Venezia. Un luogo triste per natura, ma fervente d’attivit? e cultura per vocazione.
I tentativi di ridurre “Storia del Ghetto di Venezia” di Roberto Calimani ad un monologo di un’ora e poco pi? si sono rivelati quantomento velleitari.
La fonte era palese: sembrava di sentire frase per frase brani del libro. E pure la scelta dei passi non ? stata sbagliata. Certo, 800 pagine in 1 ora difficile farcele stare.
Il problema, in realt?, dal mio modestissssssimo punto di vista, ? che gli episodi restavano completamente slegati tra di loro, manca un filo di congiunzione nel racconto.
Come non citare, poi il fatto che la parte iniziale sembrava recitata in genovese pi? che in veneziano? Se non fosse che le due repubbliche marinare erano accomunate da fraterno odio, ci sarebbe quasi da riderne.
Beh, mettiamola cos?: De Giorgi sar? pure il direttore artistico le teatro, ma non ? n? Marco Paolini n? Dario Fo, dovrebbe farsene una ragione.